Dopo il rubino, considerato il Re delle Gemme, passiamo a tracciare un’identità, seppur generale, della “pietra della speranza”, lo Smeraldo. Non è un caso che nel buddismo sia considerato uno dei sette tesori con il valore della saggezza, e che leggende egiziane lo riconoscano come la pietra sopra la quale è stato inciso il più celebre degli scritti ermetici relativo all’inizio del modo. Lo smeraldo ha una magia propria ed intrinseca che lo rende una delle pietre più ricercate, tanto da essere considerato, se il suo grado di trasparenza e intensità del colore corrisponde al massimo, più pregiato perfino del diamante. Secondo una scala di valutazione che tiene conto prima del colore e della trasparenza e poi della purezza, possiamo affermare che gli smeraldi nobili si presentano in un vivido verde profondo, più comunemente chiamato “verde menta” fino ad arrivare all’opposta tonalità acida paragonabile al “verde mela”. Di pari passo viene classificata la trasparenza, necessaria per una pietra di ottima qualità, a discapito di quelle più torbide, reputate di seconda
