L’arte dell’intaglio, chiamata anche “glittografia”, deriva dal greco e riguarda il taglio o meglio l’incisione delle pietre dure, indicando come “intagli” le pietre incise in modo concavo e come “camei” le pietre scolpite in rilievo. Risalente alle raffigurazioni delle imprese quotidiane degli uomini dell’Era Antica, abbiamo riscontri della glittografia nella cultura araba a fini commerciali ed amministrativi attraverso il lavoro degli scalpellini che annotavano minuziosamente gli affari dei rispettivi padroni. Ebbe però inizio come arte solo nell’Antico Egitto, in cui sigilli e amuleti magici, come il famosissimo scarabeo, venivano realizzati dall’incisore con l’ausilio e la supervisione del mago e venne perfezionata dai greci, che si scoprirono fini artigiani di pietre incise ricercate soprattutto nella Roma Antica in cui si ebbe il grande sviluppo commerciale di gioielli ed ornamenti estetici.
Portata poi nella cultura sociale del Medioevo ebbe il suo massimo riscontro nel contesto di nobili e letterati che iniziarono ad usare le loro iniziali incise su anelli, stemmi e timbri da ceralacca. Inizialmente proposta su pietre come agata, ametista, diaspro e onice, l’incisione trova spazio nell’età contemporanea su tutti i tipi di pietra, compresi i diamanti.
Oggi il maggior centro di incisione si trova in Germania, dove viene lavorato oltre il 90% delle pietre di tutto il mondo, anche se degni di nota restano gli artigiani di Torre del Greco che passano di padre in figlio i segreti e le meraviglie di questa raffinatissima arte.